Il conto alla rovescia è scaduto e da 48 ore è ufficialmente in vigore l’obbligo all’utilizzo del Building Information Modeling (BIM) per le opere pubbliche di importo pari o superiore a 100 milioni di euro, in attuazione di quanto previsto dal Decreto BIM (DM 560 del 1 dicembre 2017).
Le tappe dell’obbligatorietà secondo il Decreto
La richiesta, obbligatoria da parte delle stazioni appaltanti, dell’utilizzo di metodi e strumenti elettronici di modellazione decorre:
– dal 1° gennaio scorso per le opere di importo da 100 milioni di euro;
– dal 2020 per i lavori complessi oltre i 50 milioni di euro;
– dal 2021 per i lavori complessi oltre i 15 milioni di euro;
– dal 2022 per le opere oltre i 5,2 milioni di euro;
– dal 2023 per le opere oltre 1 milione di euro;
– dal 2025 per tutte le nuove opere.
Fino al 31 dicembre dello scorso anno, l’utilizzo di metodi e strumenti elettronici specifici è stato invece facoltativo per le nuove opere e per interventi di recupero, riqualificazione o varianti.
Cosa dice il Decreto: un breve riassunto
Il Decreto BIM (DM 560 del 1 dicembre 2017), attuativo dell’articolo 23, comma 13, del Codice dei contratti pubblici, definisce le modalità e i tempi di progressiva introduzione, da parte delle stazioni appaltanti, delle amministrazioni concedenti e degli operatori economici, dell’obbligatorietà dei metodi e degli strumenti elettronici specifici, quali quelli di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture, nelle fasi di progettazione, costruzione e gestione delle opere e relative verifiche.
Il provvedimento disciplina anche gli adempimenti preliminari delle stazioni appaltanti che devono aver già adottato un piano di formazione del personale, un piano di acquisizione o di manutenzione di hardware e software di gestione dei processi decisionali e informativi e un atto organizzativo che espliciti il processo di controllo e gestione, i gestori dei dati e la gestione dei conflitti.
È previsto l’utilizzo di piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non proprietari da parte delle stazioni appaltanti ed è definito l’utilizzo dei dati e delle informazioni prodotte e condivise tra tutti i partecipanti al progetto, alla costruzione e alla gestione dell’intervento.
Con riferimento all’edilizia pubblica, il Governo guarda al BIM per ottenere una più efficiente ed innovativa pianificazione, realizzazione e gestione delle costruzioni e prevede un risparmio fino a 30 miliardi di euro negli appalti pubblici. Inoltre, intende rendere operativa tale piattaforma digitale in tutta l’attività di progettazione e monitoraggio realizzata dal Ministero dei Trasporti e dalle stazioni appaltanti.
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