Dietrofront sul prelievo forzoso imposto alle Casse Previdenziali dal Governo Monti: le Casse di previdenza private – come non erano tenute a tagliare le spese per versarne il ricavato allo Stato, in base alla spending review. E’ la conclusione cui è giunta la Corte Costituzionale che, accogliendo il ricorso del 2012 dell’Ente pensionistico dei dottori commercialisti.
Confedertecnica saluta con soddisfazione l’intervento della Consulta, che restituendo piena e legittima autonomia alle Casse dei professionisti, adesso deve risarcirle con risorse che torneranno utili. “Con il riconoscimento dell’illegittimo provvedimento Monti sulle Casse, viene sanata una frattura che si trascinava da anni e riconosciuta l’insindacabile diritto all’autonomia gestionale degli enti previdenziali privati”, dichiara il Presidente di Confedertecnica, Calogero Lo Castro.
Si apre ora uno spazio per la richiesta di un rimborso che potrebbe aprire una falla, non certo enorme, di circa 10 milioni sui conti pubblici. La Consulta ha decretato l’illegittimità della norma perché “la scelta di privilegiare, attraverso il prelievo, esigenze del bilancio statale rispetto alla garanzia, per gli iscritti” all’Ente di “vedere impiegato il risparmio di spesa corrente per le prestazioni previdenziali non è conforme né al canone della ragionevolezza, né alla tutela dei diritti degli iscritti alla Cassa, garantita dall’art. 38 della Costituzione”.
Secondo la Consulta, inoltre, l’art. 3 della Carta “risulta violato per l’incongrua scelta di sacrificare l’interesse istituzionale” della Cassa “ad un generico e macroeconomicamente esiguo impiego nel bilancio statale”.