Il 1 febbraio 2009, il Consiglio comunale di Roma, con delibera 41/2009, approva il Piano del colore della città storica presentata dai consiglieri Dino Gasperini (delegato al centro storico) e Lavinia Mennuni (delegata alle Pari Opportunità e già assessore all’urbanistica del II Municipio).
Venivano previsti sgravi fiscali sull’occupazione di suolo pubblico fino all’80% per i condomini che restaurassero le facciate danneggiate dei loro edifici purché l’intervento si fosse concluso entro nove mesi dal rilascio dell’autorizzazione e, naturalmente, attenendosi al Piano.
L’approvazione da parte del Consiglio degli indirizzi per il Piano di tutela dell’immagine dell’area urbana nasce dall’idea di ridare i giusti colori alla città di Roma e rientra nella campagna antidegrado della città.
Punti salienti: sarà istituita una commissione per redigere un “piano di tutela dell’immagine della città storica”. Il piano indicherà la “tavolozza” dei colori corretti e i parametri d’uso, fornendo gli elementi per evitare errori.
Il progetto prevedeva il recupero degli edifici del centro storico: I e II Municipio, parte del III, IX, X, XI, XII, XIII, XVII e XX.
Si sta parlando ovviamente di edifici sì nel centro storico, ma non vincolati. Il discorso sugli edifici vincolati merita un discorso a parte.
Nasce dunque la Commissione ad acta per la coloritura dei palazzi romani.
La Presidenza veniva affidata alla Professoressa Marcella Morlacchi, professionista sapiente ed appassionata (cit. Italia Nostra Roma).
“Italia Nostra Roma, che si è battuta per tanti anni per riportare il colore delle facciate di Roma sui binari corretti e scientifici, è particolarmente soddisfatta e ringrazia, prima di tutto, la Professoressa Morlacchi e tutti coloro – dall’Assessore Dino Gasperini al Consigliere Lavinia Mennuni, al Sindaco – che hanno reso possibile da qui in avanti, di evitare errori madornali nella lettura del patrimonio architettonico di Roma Capitale”.
Il Piano del colore di Roma Capitale viene ufficialmente presentato a Roma, venerdì 12 aprile 2013 – alle ore 17:00 Piazza del Campidoglio – Musei Capitolini – Sala Pietro da Cortona.
Alla presenza di:
Prof. Umberto Broccoli Sovrintendente Capitolino
On.Lavinia Mennuni Consigliere di Roma Capitale, Presidente della Commissione Patrimonio
On. Federico Guidi Consigliere di Roma Capitale, Presidente della Commissione Bilancio
Arch. Eugenio Batelli Presidente ACER – ROMA
Prof. Arch. Marcella Morlacchi Presidente della Commissione del Piano di Tutela dell’Immagine dell’area urbana di Roma Capitale: Colore e Arredo Urbano
Onestamente non si può mettere in dubbio che in questo progetto ci si sia creduto.
Romacorriere.it riporta, nel suo articolo del 2010 delle foto significative con dei commenti. Ne riportiamo una a caso:
I colori di Roma: questo palazzo di piazza Mazzini non rispetta le norme della nuova delibera del Campidoglio in tema di restauri delle facciate del centro storico. Previste sanzioni.
Oggi a che punto siamo con questa Commissione e con queste sanzioni?
La foto di copertina è stata scattata stamattina a viale Mazzini.
Si vede chiaramente come il fronte unico del fabbricato sia un progetto unico dal punto di vista compositivo: il cornicione con le sue sporgenze e rientranze, i suoi balconi, la partitura delle aperture esterne, le decorazioni e gli stucchi.
Ovviamente però i Condomini sono più di uno e dunque ognuno – giustamente – ha pensato bene di colorire la sua porzione come più gli garbava infischiandosene alla grande sia di quanto “dettato” dal Piano del colore sia che magari la differenza di colore andasse a tagliare cornicione con mensole e quant’altro.
Ma non è l’unico esempio.
La foto sottostante riporta il caso di due palazzi contigui a via della Giuliana (zona limitrofa a piazzale Clodio):
Qui il delirio addirittura ha fatto sì che fossero tagliate in due finestre e nicchie, certamente di due Condomini diversi. Neanche questa volta ha prevalso il buon senso ed il senso del decoro che ognuno, a prescindere da “Piani”, “Commissioni” e quant’altro, dovrebbe avere.
Noi vogliamo sapere che fine ha fatto questo Piano del colore per Roma, dove sono tutti gli sforzi investiti (sotto varie forme), a che punto è il lavoro della Commissione e quali siano state – semmai ci siano state – le previste sanzioni.
Noi abbiamo le professionalità e la preparazione per notare queste storture.
Noi abbiamo le capacità e la sensibilità per operare con dignità.
Noi ci indigniamo perché questo non è un bel biglietto da visita per Roma e per chi ci risiede.
Nelle altre città non è così.
Ci chiediamo il perché di questo lassismo che va avanti oramai da anni e anni, a prescindere dal colore politico della Giunta e del suo Sindaco.
Invitiamo chi attualmente (ma anche in futuro) abbia in carico la cura di questa città a lavorare per migliorarla.