FederArchitetti Roma (Bonus Facciate) – Lettera a Mario Draghi per richiedere proroga

22 Ott, 2021

“BONUS FACCIATE” – LETTERA A MARIO DRAGHI PER RICHIEDERNE PROROGA
All’illustrissimo signor Presidente del Consiglio
Dott. Mario Draghi
Al Ministro dell’Economia
Fontana
Al Ministro della Cultura
Franceschini
Al Presidente della Commissione Bilancio della Camera
Al Presidente della Commissione Bilancio del Senato
Oggetto: Proroga “Bonus Facciate”
Illustrissimo signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
l’altissima probabilità che questa mia lettera NON ARRIVI sul Suo tavolo, e che ben più difficilmente possa essere letta o addirittura presa in considerazione da Lei o dai suoi collaboratori, non mi impedisce di chiederLe rispettosamente di rivedere le Sue posizioni relative alla annunciata mancata proroga del c.d. “bonus facciate”.
Mi permetta allora, ove volesse prendere in considerazione questa mia richiesta, di esporLe  i motivi che, in qualità di Presidente della sezione di Roma di Federarchitetti (associazione sindacale su base Nazionale degli architetti e Ingegneri liberi professionisti) che conta circa 1400 professionisti associati, mi hanno spinto a rivolgermi a Lei nella sia pur remota speranza di essere ascoltato.
Crescita dell’occupazione e del mercato indotto
La possibilità di fare ricorso al beneficio fiscale in oggetto ha fatto registrare, in particolare nel corrente esercizio finanziario, una notevolissima crescita dell’occupazione nel settore delle costruzioni che ha visto aumentare sensibilmente le occasioni di lavoro in tutti i settori, da quello delle professioni tecniche, che mi vedono direttamente coinvolto, a quello delle imprese e delle proprie maestranze, oltre che dei fornitori di materiali, mezzi d’opera, apprestamenti, ecc.
Aumento del gettito fiscale
La crescita dell’occupazione ha sicuramente comportato un conseguente apprezzabile aumento del gettito fiscale, sia dalla tassazione diretta che indiretta
Probabile aumento del PIL
La crescita del fatturato delle imprese, degli studi professionali e dell’indotto che ruota intorno al settore delle costruzioni, conseguente al beneficio fiscale del “bonus” in questione, produce sicuramente, almeno per la parte che ci compete, un incremento del PIL, anche se è pur vero che questo non può e non deve essere l’unico strumento di misura del livello di benessere di un paese
Emersione del nero
L’incentivo offerto per l’avvio di interventi di riqualificazione del costruito e la conseguente necessità di documentare, anche fiscalmente, l’avvenuta esecuzione di essi, è un sicuro strumento per favorire l’emersione dal nero e per combattere l’evasione fiscale
Riqualificazione delle città
Gli interventi finora eseguiti o in corso di esecuzione nelle città, e non solo nella Capitale, hanno già restituito a moltissimi edifici e quartieri quell’antico decoro e dignità ormai dimenticata che danno ai cittadini il piacere e l’orgoglio di appartenenza ad una bella comunità, della quale si potrà apprezzare entro breve, la migliore crescita del tessuto sociale.
Riduzione del consumo di suolo
La riqualificazione dei quartieri delle piccole o grandi città e degli edifici, in special modo di quelli in condizione di particolare degrado, favorisce indirettamente la riduzione del consumo di suolo, la cui continua e inarrestabile crescita sta progressivamente e ineluttabilmente portando all’asfissia, intesa anche come mancanza di ossigeno, i nostri spazi di vita quotidiana e di lavoro.
Offerta e richiesta
La richiesta ancora fortissima, specialmente da parte dei privati, di accedere al c.d. “bonus facciate” con interventi sui propri immobili, rimane ancora in gran parte insoddisfatta, sia per le difficoltà che molti condomìni hanno riscontrato per le necessarie delibere assembleari (impossibilità di riunirsi in spazi chiusi nel primo semestre dell’anno, difficile raggiungimento del quorum, ecc.) sia per la ridottissima disponibilità di imprese e professionisti già impegnatissimi a soddisfare le esigenze di completamento di altri lavori, sia per il mancato approvvigionamento di prodotti o materiali spesso provenienti dall’estero e spesso bloccati ai porti o alle frontiere da agitazioni o d impedimenti di varia natura collegati all’emergenza COVID.
È per i motivi sopraespressi quindi, e non solo per essi che torno a chiederLe, Signor Presidente, di rivedere il Suo orientamento contrario alla eventuale proroga del “bonus facciate” per evitare un drammatico crollo dell’occupazione nel settore delle costruzioni e delle professioni tecniche.
Pur comprendendo che il “bonus” in parola avrebbe un costo forse superiore ai ricavi derivanti dal gettito fiscale, mi permetta nuovamente, signor Presidente, di invitarLa a dare il giusto peso anche alle valutazioni sociali e urbanistiche e, in definitiva, ad una recuperata bellezza, che, in special modo nel nostro paese, dove l’arte, l’architettura e il paesaggio insieme alla cultura ed al design, costituiscono la nostra migliore vetrina, dovrebbe costituire uno dei valori fondanti della nostra società.
Faccio quindi appello, a Lei, dottor Draghi, nella certezza che questi ultimi valori, ai quali mi sono richiamato, non siano e non possano essere estranei alla Sua formazione professionale, né alle Sue esperienze professionali, per invitarLa a valutare l’opportunità di una proroga dell’incentivo fiscale in oggetto, sia pure con eventuali correttivi e aggiustamenti tesi a ridurne il costo e ad evitare e prevenire gli eventuali abusi da parte dei furbetti dei bonus.
Grazie dell’attenzione